Se l’Assegno Unico è stato sospeso perché tuo figlio ha superato l’età stabilita, non preoccuparti. Ci sono soluzioni semplici e veloci per riattivare il pagamento. Vediamo insieme cosa come riattivarlo subito.
Sospeso Assegno unico ai figli che superano quest’età
L’Assegno Unico per i figli si sospende quando il figlio raggiunge i 18 anni, a meno che non vengano rispettati alcuni requisiti per continuare a riceverlo fino ai 21 anni. Per riattivarlo, il figlio deve essere iscritto a scuola o università, fare un tirocinio con un reddito inferiore a 8.000 euro l’anno, essere disoccupato in cerca di lavoro, o partecipare al servizio civile universale.
Se il figlio ha già compiuto 18 anni ma soddisfa ancora i requisiti, è possibile riattivare l’assegno aggiornando la domanda sul sito dell’INPS. Bisogna entrare nell’area riservata del portale e scegliere l’opzione per aggiornare i dati. In alcuni casi, anche il figlio può fare la richiesta dell’assegno autonomamente se rispetta i requisiti.
I principali requisiti sono:
- Iscrizione scolastica o universitaria: Il figlio deve frequentare scuola, università o un tirocinio.
- Reddito sotto 8.000 euro: Se il figlio lavora, il suo reddito non deve superare questa cifra.
- Disoccupazione: Deve risultare iscritto come disoccupato e in cerca di lavoro.
- Servizio civile universale: Se partecipa al servizio civile, può continuare a ricevere l’assegno.
Per riattivare il pagamento, è necessario aggiornare i dati e rispettare tutti i requisiti richiesti dall’INPS.
Cosa succede quando un figlio compie 18 anni?
Quando un figlio compie 18 anni, ci sono dei cambiamenti sull’Assegno Unico Universale. Secondo l’INPS, per continuare a ricevere l’assegno, il figlio maggiorenne deve rispettare alcuni requisiti. Al compimento dei 18 anni, bisogna modificare la domanda per continuare a ricevere il contributo. Se non si fa questo aggiornamento in tempo, l’assegno viene sospeso fino a che la situazione non è risolta. Il figlio maggiorenne può anche fare la domanda in autonomia, facendo decadere quella presentata dai genitori.

Quando un figlio perde il diritto al contributo economico mensile?
Un figlio può perdere il diritto all’assegno unico quando non è più considerato a carico della famiglia secondo l’ISEE. Questo succede se il figlio raggiunge una certa età o diventa indipendente economicamente. Ad esempio, se inizia a lavorare e guadagna oltre €8.000 all’anno, non è più a carico.
Ecco le principali cause per la perdita del contributo:
- Età e lavoro: Quando il figlio compie 21 anni, se non studia, non fa un tirocinio o non cerca lavoro, perde il diritto all’assegno. Se ha un reddito superiore a €8.000 all’anno, viene considerato indipendente e il contributo viene sospeso.
- Residenza e cittadinanza: Il figlio deve restare residente in Italia o nell’Unione Europea e mantenere la cittadinanza. Se si trasferisce all’estero o perde la cittadinanza, il contributo non viene più erogato.
- Disabilità: Se il figlio è disabile, può continuare a ricevere il contributo oltre i 21 anni. Tuttavia, se la disabilità non è più riconosciuta, si perde il diritto.
Ecco come riattivare l’assegno unico
Per riattivare l’Assegno Unico, bisogna seguire delle semplici indicazioni. Quando il figlio raggiunge i 18 anni, l’assegno potrebbe essere bloccato. Però, si può riavere presentando all’INPS i documenti che dimostrano che il figlio rispetta le condizioni richieste.
Per continuare a ricevere l’assegno fino ai 21 anni, il figlio deve:
- Essere iscritto a un corso di studi o di formazione.
- Fare un tirocinio o un lavoro con un reddito inferiore a 8.000 euro all’anno.
- Essere registrato come disoccupato in cerca di lavoro.
- Partecipare al servizio civile.

La richiesta di riattivazione deve essere fatta online sul sito dell’INPS, tramite il servizio dedicato. Puoi anche chiedere aiuto ai CAF o patronati.
È fondamentale tenere aggiornate le informazioni sulla famiglia e inviare un ISEE valido per ottenere il massimo importo possibile.